Forse l’Orribile non è nella valanga di neve che tutto sconquassa, trema il corpo e le foreste, quanto piuttosto in questa nebbia che molto più semplicemente ci si posa leggera, quotidiana, senza suono
«C’è un inquinamento che sfugge alle sigle e ai numeri, più sottile delle polveri, più impalpabile dei gas e dei fumi. Gli effetti sono imprevedibili: si infila nelle trame dei nostri cuori, deviando i pensieri e le azioni. E’ un disagio diffuso, che ci siamo costruiti attorno, giorno dopo giorno, senza lasciare vie di scampo».
Nessun romanzo si adattava ad esaurire le necessità descrittive del Nord-Est a cui erano interessati i due giovani autori ed attori in erba, attenti alla loro realtà interiore e soprattutto esteriore: un ambiente sociale inquinato quanto quello naturale ed intaccato nella capacità relazionale, in cui gli animi fluttuano ondivaghi e lambenti. Così, a quattro mani, hanno scritto un testo originale in tutti i sensi: nella definizione di due protagonisti opposti ed affini, nelle sfaccettature individuali che screziano le apparenze, nello sviluppo narrativo.
Modulazioni letterarie ben calibrate dettano linee di continuità tra due voci che muovono su binari paralleli ed infine convergenti: nella corsa dei rispettivi monologhi, come staffette tra testimoni ricorrono corrispondenze linguistiche per punti di riferimento concreti ed astratti; e la qualità lirica del tessuto verbale solleva il materialismo circostante ad invenzioni metaforiche ed immaginifiche, schiudendo spazi inattesi a sentimenti ed emozioni lievi. Il magistero di Robert Carver ha trasmesso il dono della sintesi espressionistica e suggestiva; ma sono stati gli incontri casuali a sostanziare «una drammatica solitudine»
L’allestimento ha saputo massimizzare la povertà di risorse: misure di scena ridotte, due cubi metallici, i costumi della quotidianità. Niente trucchi, nessun colpo di scena, sebbene giochi di luci e musiche sappiano stupire assecondando la peculiarità dei momenti, altalenanti tra malinconia, delicatezza, frenesia e una sorta di demoni-acidità
Silvia De March
drammaturgia, allestimento e interpretazione di Silvio Barbiero e Marco Tizianel
disegno luci, musiche originali Paolo Tizianel
consulenza coreografica Margherita Pirotto
Ingresso riservato ai soci ARCI