Marco Cavalli tiene il corso Beato chi legge
Classe 1968, ha cominciato a lavorare a 17 anni e da allora non si è più riavuto né interrotto. Nella convinzione, illusoria, di poter continuare a leggere letteratura, si è impiegato nell’editoria e nel giornalismo. Confidando in un minimo di scrittura e di parodia della propria formazione umanistica, assolutamente e irreparabilmente libresca, è diventato col tempo un buon critico letterario. Ha tradotto parecchio dal francese e recentemente dall’italiano antico. Insegna ad interim e quando fa finta che la cosa non abbia alcun senso riesce persino a ottenere qualche risultato, se non addirittura qualche gratificazione (benché le due cose sembrino fare a pugni fra loro). I corsi da Ossidiana (memorabili quelli sui romanzi di Aldo Busi) li reputa uno sperpero edonistico di sé, non certo attività didattica.
Agli amici, perplessi nel constatare che le sue ferie sono sempre piene di lavori in corso, risponde (citando Baudelaire) che lavorare è meno noioso che divertirsi.