Teatro Kitchen
  • Facebook
  • Rss
  • Home
  • STAGIONE
    CONFINI 2025/2026

  • Corsi
    al Kitchen

  • Scheda tecnica
    Dove siamo

  • Contatti
  • Stagioni
    passate

    • Stagione 14 – 2024/2025
    • Stagione 13 – 2023/2024
    • Stagione 12 – 2022/2023
    • Stagione 11 – 2021/2022
    • Stagione 10 – 2020/2021
    • Stagione 9 – 2019/2020
    • Stagione 8 – 2018/2019
    • Stagione 7 – 2017/2018
    • Stagione 6 – 2016/2017
    • Stagione 5 – 2015/2016
    • Stagione 4 – 2014/2015
    • Stagione 3 – 2013/2014
    • Stagione 2 – 2012/2013
    • Stagione 1 – 2012
  • Progetto
    Profili

    • Progetto Profili 2018
    • Progetto Profili 2017
    • Progetto Profili 2016
    • Progetto Profili 2015
    • Progetto Profili 2014
    • Progetto Profili 2013
    • Progetto Profili 2012
Search

BACK

LO STRONZO – note di drammaturgia e regia

Cosa può portare un uomo a commettere atti di atroce violenza su una donna? Da dove arriva questa aggressività incontrollabile che, la maggior parte delle volte, si sfoga proprio tra le mura domestiche, sulle persone più vicine, sulle mogli, le compagne, le figlie?
I numerosissimi fatti di cronaca dai quali siamo ormai assediati sono tanto atroci quanto apparentemente inspiegabili.

Uno dei fattori che più frequentemente hanno in comune questi episodi di estrema violenza è il racconto dei conoscenti, degli amici, dei parenti: da tanti l’uomo violento viene descritto come una bravissima persona… come uno che mai e poi mai ha fatto del male a nessuno… un bravo papà… un bravo marito… uno “normalissimo”.

Per esempio mi colpì moltissimo la storia di due coniugi in partenza per le vacanze estive… lui aveva piazzato le valigie in auto e lei lo aveva criticato per l’ordine impreciso in cui erano sistemate nel vano portabagagli… lei torna in casa per prendere le ultime cose… e si attarda… lui la segue in casa e la uccide selvaggiamente di botte… alle autorità lui dirà che non ne poteva più di esser continuamente umiliato dalle critiche di lei.

Questa ricorrente “inspiegabilità” dei fatti evoca un altrove psicologico e culturale, che ho cercato di raggiungere e individuare attraverso un lungo percorso di ricerca e documentazione. Più leggevo, più studiavo, più incontravo e mi confrontavo con altre persone, più cresceva la mia curiosità: dove trova terreno fertile quella rabbia incontrollabile, quella violenza terrificante? E mi sono immaginato un uomo non aggressivo, tranquillo, un uomo comune.

Ho cercato di costruire un personaggio senza alcuna specifica caratteristica che lo rendesse particolare: un uomo senza alcun trauma infantile specifico, senza alcun esempio di uomo aggressivo in famiglia… senza alcun alibi e senza scuse!

Poi ho provato a calzarmelo addosso e a sperimentarlo… a metterlo alla prova… con suo nonno burbero ma mai aggressivo… con suo padre dolcissimo e vulnerabile… con suo fratello spaccone ma mai violento… con tutti gli esempi di uomo insomma che aveva avuto nella sua crescita e formazione personale e che mai gli hanno portato esempi di violenza o di aggressività nei confronti del genere femminile.
Poi l’ho inserito in un contesto lavorativo di successo e soddisfazione in modo che anche questo aspetto non potesse dare appigli per spiegare nervosismi o reazioni violente.
Poi gli ho assegnato una lunga e felice storia d’amore con Lilli (la sua compagna di sempre…) ed è qui che ho cercato di sperimentare più profondamente il suo essere maschio, uomo, marito.

In quanti modi e a quanti livelli può un uomo usare violenza nei confronti della donna che ama?!
Quanti atteggiamenti o comportamenti che vengono da chiunque riconosciuti come “normali” e non particolarmente violenti sono in realtà veri e propri soprusi?
Quando e quanto e come Luca è stato violento verso Lilli in tutti gli anni della loro relazione, senza che forse neppure lei se ne rendesse davvero conto?

Non solo alcuni uomini ma spesso anche alcune donne non riconoscono come violenti o opprimenti o discriminanti alcuni comportamenti che invece lo sono e in modo spesso devastante per la libertà e l’indipendenza e la stessa identità di alcune donne.

È questo il caso che mi interessa descrivere: una coppia felice, rispondente ad ogni possibile criterio di “normalità” (media su ogni media). Un uomo comune come può essere chiunque di noi.
È un viaggio intimo e profondo nella sua sensibilità, nella sua forma mentale, nel suo essere uomo.

Cosa fa di un uomo un uomo?

È questa la domanda che mi ha accompagnato per mesi e mesi e alla quale non ho mai avuto la presunzione di dare risposta… ma che mi è servita come fune sulla quale arrischiare un precario equilibrio narrativo e drammaturgico.
Quali sono i pensieri, le reazioni, i comportamenti che comunemente vengono etichettati come maschili? … e lo sono davvero? … e vanno davvero a formare l’essenza dell’essere un maschio? …

Ho poi messo Luca in una situazione stressante che lo portasse a scontrarsi con tutte le proprie certezze e le proprie forme culturali e mentali. Una situazione che lo mettesse profondamente alla prova e lo costringesse a fare i conti con se stesso e la propria mascolinità. Ne è venuto fuori un viaggio massacrante in cui ogni caratteristica del maschile ne viene fuori fatta a pezzi, ridicolizzata, banalizzata al punto da risultare non solo obsoleta ma anche inutile e totalmente inconsistente.

Arrivato a questo punto di consapevolezza e messo alle strette da una moglie che se ne vuole andare Luca ha solo due possibilità arrendersi e cercare di ricostruire un sé maschile differente e nuovo e personale, oppure richiudersi, irrigidirsi, rifiutare l’evoluzione e scacciare ogni dubbio e ogni possibilità di cambiamento e crescita compiendo il gesto estremo e risolutivo: eliminare ciò che lo fa sentire così inadeguato e incapace… eliminare il differente… abbattere quella maledetta porta che lo separa dal femminile che non riesce a comprendere né a tollerare più…

Luca sceglie la violenza, l’aggressività… sceglie di non capire… sceglie di non scegliere… e lascia che il suo essere maschio per esser maschio, ancora una volta, abbia bisogno di opporsi fino allo schiacciare fino al distruggere il suo opposto… l’essere femmina.
Una sconfitta per ognuno di noi… una vergogna per ogni uomo…

Uno spunto di riflessione spero… perché mi piacerebbe che usciti da teatro gli uomini ripensassero a tutti quei piccoli gesti quotidiani in cui il loro essere e sentirsi uomini prevede in qualche modo l’umiliazione o l’oppressione dell’essere femmina… perché mi piacerebbe che le donne uscendo da teatro riconoscessero di essere ferite un poco ogni giorno… e non lo permettessero più a nessuno.
Andrea Lupo

BACK

 

CONFINI 2025/2026

  • 11/10/2025
    Paolo Faroni – Compagnia Blusclint
    FLUSSO D’INCOSCIENZA
  • 25/10/2025
    Diego Frisina – Fortezza Est
    HO RAPITO PAOLO MIELI
  • 15/11/2025
    Andrea Lupo – Teatro delle Temperie
    LO STRONZO
  • 29/11/2025
    Epochè Teatro
    SOGNI D’OLTREMARE
  • 13/12/2025
    Michele Vargiu – Compagnia VAGA
    DER BOXER
  • 07/02/2026
    Pietro Cerchiello – Dimore Creative
    TECNICHE DI LAVORO DI GRUPPO

    Appunti per uno Schiuma Party
  • 07/03/2026
    Lara Gallo – Dimitri Canessa
    BORDERLINE
  • 21/03/2026
    Epochè Teatro
    FRAMMENTI

    Voci della violenza contro le donne
  • 25/04/2026
    Davide Dolores – Archètipo
    BASTERA’ IL MIO NOME
  • 08/05/2026
    Michele Vargiu – Compagnia VAGA
    & Jazz Band
    DIXIE! un racconto jazz

Spettacoli-Incontri-Laboratori

Arte Benessere Cabaret Circo Corsi Danza Dizione Letteratura Musica Teatro Workshop

Privacy Policy

Cookie Policy

© 2015 KITCHEN | Teatro Indipendente | via dell’Edilizia, 72 - 36100 - Vicenza