sabato 29 marzo 2014
ore 21.00
Compagnia Cristiana Raggi
presenta
Goliarda
Adattamento e Regia Cristiana Raggi
Goliarda è interpretata da Cristiana Raggi
Personaggi in video
Medico: Piergiuseppe Francione
Modesta bambina: Nina Clementi
Modesta adulta: Luigia Cacialli
Ragazza in Scatola: Sara Marchetti
Uomo nudo: Marco Manfredi
ingresso 10,00 Euro
Ingresso riservato ai soci ARCI
è consigliata la prenotazione a info@spaziokitchen.it oppure con un sms al 3355625286
La prenotazione è valida fino a dieci minuti prima dello spettacolo.
1962. Sul palco Goliarda Sapienza durante la terapia. E’ depressa, sola. Ha appena subito diversi elettroshock. Il dialogo crudo e intenso con il Medico che le farà tornare la memoria. Lei cerca di recuperare sé stessa, I suoi ricordi. In questo Filo di mezzogiorno, l’ora in cui i corpi dei defunti, svuotati dalla carne, appaiono fra la lava, partorisce nella sua mente un mondo. Con Modesta. Così davanti ai suoi occhi scorrono le immagini del suo futuro romanzo. Il suo capolavoro. L’arte della gioia.
Lei tutte le mattine andava in quella stanza, che le dava una meravigliosa vista su tutta la città. Prima c’era un bicchiere di vino, poi una sigaretta, infine della carta su cui scrivere le cose che non si vogliono perdere. Piegava un foglio A4 in due, per avere la giusta prospettiva, e con una bic nera ascoltava i battiti del suo polso. Così nascevano e prosperavano i suoi personaggi, dal suo cuore.
Lo spettacolo muove da due testi di Goliarda Sapienza: “l’Arte della Gioia”, suo capolavoro e importante testimonianza del secolo appena trascorso, per la pubblicazione del quale si è ridotta in povertà; e “Il Filo di Mezzogiorno”, che narra degli anni vissuti in terapia dopo l’elettroshock. Il filo narrativo si basa sull’alternanza della loro trasposizione teatrale. Senza la terapia e il processo di ricostruzione di “sé” e della memoria come meta fondante dell’individuo raccontati nell’uno, non avrebbero preso vita i personaggi dell’altro. Senza la presa di coscienza non si può avere il coraggio di affermare con determinazione la propria libertà né acquisire la forza e la volontà di essere assolutamente se stessi, costi quel che costi.
Note di regia
Nello spettacolo il linguaggio cinematografico confluisce in un contesto teatrale, a partire da una messa in scena iniziale che prevede l’utilizzo di uno schermo in tulle che ricalca, come suggestione, quello del cinema. Questa “tavola bianca” si rinnova continuamente nella sua funzione, interagendo attivamente con la pièce come elemento fondamentale della scenografia, che attraverso un gioco di prospettive entra in relazione con l’attrice che interpreta Goliarda Sapienza, l’unica in scena dal vivo, e come schermo cinematografico che proietta e scandisce la turnazione narrativa e introduce gli altri attori presenti solo nel video.
La musica è vera e propria colonna sonora e a tratti unico elemento narrativo, insieme alla voce degli attori. La scelta registica pone sul palco il personaggio di Goliarda solo durante la terapia, e lo sottrae alla vista del pubblico durante l'”Arte della Gioia”, esattamente come lo scrittore, che comunica direttamente col suo pubblico attraverso la scrittura, e non con la sua presenza fisica. D’altro canto l”Arte della gioia” viene proposto attraverso un linguaggio esclusivamente cinematografico a sostegno dell’amore e dell’impegno speso da Goliarda durante la sua vita per quest’arte.
In questo spettacolo confluiscono tutti i linguaggi di Goliarda: la sua scrittura (attraverso l’utilizzo delle sue parole), il teatro (come rappresentazione reale e occasione di conoscenza diretta con la scrittrice) e il cinema (tramite cui entriamo in contatto con il ricco mondo interiore di Goliarda Sapienza).