venerdì 1 marzo
ore 21.00
Compagnia teatrale Blusclint
presenta
Grasse risate… lacrime magre!
Di e con Paolo Faroni e Fabio Paroni
ingresso 10,00 Euro
Ingresso riservato ai soci ARCI
è consigliata la prenotazione a info@spaziokitchen.it oppure con un sms al 3355625286
La prenotazione è valida fino alle ore 20.50
Grasse risate, lacrime magre!
è un gioco al massacro comico sul teatro,
il secondo mestiere più vecchio del mondo
ma molto meno redditizio del primo!
Una girandola di battute su malesseri, disagi, luoghi comuni
di quello che alcuni chiamano lavoro
nella speranza che un giorno ci sia un posto fisso anche per loro!
spettacolo comico sul lavoro dell’attore e il mestiere del teatro. E’ un testo per due attori ironico e satirico che tocca diversi temi, sia legati al mestiere dal punto di vista artistico, sia da quello lavorativo e anche “politico”.
E’ un’ora sferzante e pungente ma anche piena di spunti di riflessione. Un modo per affrontare la crisi con un piglio che sia vitale e che eviti una certa retorica ormai un po’ troppo abusata intorno alla precarietà e al disagio lavorativo dei giovani.
Blusclint
La compagnia stabile di giro Blusclint nasce dall’incontro, nel 2008, tra Paolo Faroni e Massimo Canepa, due giovani ospiti di un centro di salute mentale. Si sono divertiti così tanto che, dopo anni di cure e lavori teatrali in proprio, hanno deciso di unire forze e amici invisibili. Dagli psicofarmaci al teatro il passo è breve: nel maggio 2010, con lo spettacolo Woof! Un melòpunk, sono tra i vincitori della rassegna torinese Rigenerazione; nel 2011 ottengono dal Sistema Teatro Torino un sostegno alla produzione per lo spettacolo Riccardo3; nel 2012 vincono il bando STT con il progetto Hamlets.
Sclint è il termine con cui i contadini piemontesi indicano che il cielo è terso, sgombro di nuvole. Oltre a indicare la provenienza della compagnia, le colline monferrine, racconta anche la loro visione del teatro; che si tratti di riscrittura (Riccardo 3, Hamlets) o di scrittura (Woof! un melòpunk), il tratto in comune è la visceralità compositiva, l’ironia come realtà scenica, la follia come unica maschera possibile.