venerdì 15 febbraio 2013
ore 21.00
Compagnia Quotidiana.com
presenta
Sembra ma non soffro
2° espisodio della trilogia dell’inesistente_esercizi di condizione umana
di e con
Roberto Scappin
Paola Vannoni
produzione quotidiana.com
con il contributo di Kilowatt Festival Sensepolcro, Provincia di Rimini
Ingresso riservato ai soci ARCI
è consigliata la prenotazione a info@spaziokitchen.it oppure con un sms al 3355625286
La prenotazione è valida fino alle ore 20.50
L’estraneità e l’attesa di Sembra ma non soffro non rappresentano antidoti al dolore, sono semmai una degenerazione della sofferenza, tanto che nulla sembrerebbe legare le due figure in scena al tema che le ha scaturite, nulla tranne essi stessi, posti su due inginocchiatoi ma con niente di cui pentirsi, né qualcuno a cui rivolgere una preghiera.
Nello spazio tra le parole c’è altro. Il solito pensiero indicibile o forse qualcosa di più.
Come figure incasellate nella striscia di un fumetto, aspiriamo a un altrove e ci dibattiamo come sbavature di un disegno nel recinto angusto della vignetta.
contributi critici
Superstizione e principi religiosi ridotti a vuoti simulacri, a una sorta di coazione a ripetere, si intrecciano a un’ironia tagliente e spiazzante, che in più di un punto dello spettacolo fa scoppiare il pubblico in aperte e divertite risate E’ il secondo capitolo di una trilogia che il duo riminese sta realizzando sul luogo comune, presentato nel suo lato più ottuso e tagliente, aderendo cioè in toto senza possibilità di fuga (se non il riso) alla sua maligna banalità. E un taglio recitativo e autorale tutto personale che ha fatto di questa formazione una delle sorprese positive dell’ultima stagione.
(Graziano Graziani, settimanale Carta n °28/2010)
In un sagace testo costruito intorno alla parola nata nell’improvvisazione, i due artisti spiegano il nostro tempo, il suo dissonare, il suo rivelarsi incongruente anche solo a noi stessi. Finalmente giudici dei nostri gesti e delle nostre azioni, condannati ad assumerne la responsabilità in assenza di dio, materializziamo il suono delle mancanze, delle omissioni, di un decalogo di cui non ricordiamo più gli articoli. (Renzo Francabandera, luglio 2010 www.paneacqua.eu)
Sono riusciti attraverso la più essenziale, genuina e leggera delle interpretazioni a risolverci per assurdo problemi mentali, dubbi meravigliosi, questioni irrisolvibili e timori stressanti anche grazie all’intelligenza delle movenze, dell’organizzazione ritmica e temporale e all’arte incontestabile di una recitazione che hanno nel sangue.
(Massimo Schiavoni www.digicult.it/digimag/ settembre 2010)
Le domande assillano, si muovono come api nell’alveare, danzano, sbalzano e sobbalzano, tagliano ferite che cercano di rimarginarsi. Una lunga preghiera laica, atea, agnostica, miscredente. Qui il Prometeo non è più incatenato, spezza le catene con il punk delle viscere con frasi crude e terribili gettate in pasto ai benpensanti. In fondo è “Soffro ma non sembra”.
(Tommaso Chimenti, www.scanner.it settembre 2010)
In teatro non cambia, nel passaggio dall’ordinario allo straordinario, l’atteggiamento di apertura, un po’ surreale, che questi due attori conservano nei confronti dei problemi più spinosi della contemporaneità.
Ed è forse questo il motivo per cui Sembra ma non soffro colpisce l’attenzione dello spettatore. Non ci sono sovrastrutture mentali, nessuna complicanza intellettuale. Ma proprio in questo minimalismo si nasconde la forza eversiva di questo spettacolo, che sceglie di fare tabula rasa di tutte le esperienze precedenti per veicolare un messaggio che, nella sua apparente ordinarietà, è quanto di più possa esistere. E proprio per questo merita di essere conosciuto e apprezzato.
(Roberto Rizzente, Hystrio ott – dic 2010)